Il 21 giugno è proprio un grande giorno: è il solstizio d’estate, è il compleanno di mio cognato, in Italia quest’anno (2018) i maturandi svolgono la seconda prova (in bocca al lupo a mio nipote…), ed è la Fête de la Musique!
La Fête de la Musique è una grande manifestazione a cielo aperto volta a celebrare, ovviamente, la musica; aperta a tutti i musicisti, a livello amatoriale o professionale, si caratterizza per il suo aspetto gratuito: non solo i musicisti, infatti, sono invitati a suonare gratuitamente, ma sono gratuiti anche tutti gli spettacoli organizzati (o improvvisati).
Indirizzata a tutti i tipi di pubblico, questa festa contribuisce ad avvicinare i giovani e i meno giovani di tutte le condizioni sociali a tutte le espressioni musicali, ed è anche l’occasione, per l’amministrazione, di investire e di aprire eccezionalmente al pubblico dei luoghi che normalmente non sono preposti per concerti, come musei, ospedali, edifici pubblici etc.
Nell’ottobre 1981, il Ministro della Cultura francese Jack Lang nominò Maurice Fleuret direttore della musica e della danza, ed egli pose le fondamenta per una nuova visione della musica e della sua fruizione da parte della massa:
«La musica sarà ovunque e il concerto da nessuna parte».
Nel 1982, il servizio di studi e della ricerca del Ministero della Cultura condusse una grande inchiesta sulle pratiche culturali dei Francesi, che rivelò che ben 5 milioni di persone, di cui un giovane su due, suonavano uno strumento, quando invece le manifestazioni musicali organizzate fino a quel momento riguardavano solo una minoranza della popolazione.
Da ciò, Jack Lang, Christian Dupavillon (architetto scenografo membro del suo gabinetto) e Maurice Fleuret ne dedussero che il panorama musicale in Francia era ancora tutto da scoprire e, soprattutto, valorizzare. Essi immaginarono dunque una grande manifestazione popolare che permettesse a tutti i musicisti di esprimersi e di farsi conoscere.
Fu così che decisero di organizzare la Fête de la Musique. Ma i tempi erano strettissimi, e i preparativi si svolsero quindi molto rapidamente: vennero avvisati i principali attori della vita sociale, politica e musicale della Francia, furono stampati dei manifesti che vennero affissi al volo qua e là, il tutto senza che il Ministero della Cultura sapesse se questo appello sarebbe stato effettivamente ascoltato.
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