Bon, dulcis in fundo, visto che siamo quasi a Natale e fa freddo, vogliamo parlare del vin brulé??
Innanzitutto vorrei fare una piccola precisazione riguardo la pronuncia, che sentirete meglio ascoltando l’episodio del podcast che trovate a fine articolo. La pronuncia di “vin”, dove la “i” non si pronuncia affatto “i”, vale ogni volta che incontriamo “vin” in una parola, seguita da una consonante che non sia N o M: ad esempio “Vincent” (nome proprio di persona), “provinces” le province, da non confondersi con Provence, la Provenza, “Léonard de Vinci”. Altre note fonetiche le potrete sentire nel podcast.
Ma il punto non è questo. Il vin brulé, in realtà, è un modo tutto italiano di chiamare quello che in francese si chiama “vin chaud”, ossia “vino caldo”.
Nei mercatini di Natale parigini, e non solo, è proprio tipico servire questo vino caldo, vin chaud.
Ora, immaginate l’odore di questo vino che si diffonde nell’aria fredda, mentre passeggiate tra le bancarelle in cerca di qualche regalo, souvenir o dolciume… con la musichetta natalizia di sottofondo che molto spesso mettono nei mercatini di Natale… È un’atmosfera davvero unica!
Certo, le cose cambiano se ti capita di lavorare ACCANTO a una bancarella che vende vin chaud, che è quello che è successo a me. Per un periodo infatti ho lavorato in uno stand al mercatino di Natale sugli Champs Elysées, e a due metri da me vendevano vin chaud, e mi arrivava constantemente la ventata di vino caldo… Inutile dirvi che a fine giornata ero talmente rintronata e stomacata che non vedevo l’ora di scappare in metro.
Ma non voglio certo distruggere la magica atmosfera natalizia… quindi, buon vin chaud et bon appétit !