Ti è mai capitato di fare figuracce in francese? Oggi ti racconto un paio di gaffes della mia vita parigina, e cosa ho imparato.
Quando abitavo a Parigi ho collezionato una serie di figuracce con varie persone, quasi sempre perché, soprattutto all’inizio, non capivo bene cosa dicevano, o non sapevo esprimermi in modo efficace.
È il caso di quando ho confuso alcuni termini che, per un débutant (principiante), si assomigliano molto. Vi racconto ora un paio di episodi accomunati dalla stessa parola, con significato quasi opposto.
Qui sotto puoi ascoltare l’audio di questo articolo. Ti ricordo che puoi trovare tutti gli episodi di Francese passe-partout su Spotify, iTunes e le migliori piattaforme di podcast.
Per un periodo abbastanza lungo ho lavorato per una scuola di ballo, e ogni tanto c’era qualche stagista che veniva un mese o due a fare tirocinio da noi. Alcuni giorni dovevamo lavorare insieme. Ebbene, un bel giorno, mentre mi stavo recando a lavoro, ho ricevuto un sms da parte di una stagista che mi avvisava:
Salut Silvia, excuse-moi, aujourd’hui je ne peux pas venir, j’ai un enterrement. Cioè, “oggi non posso venire, ho un… enterrement”.
Un che?
Così ho risposto al messaggio con un semplice “ok, non c’è problema”: pas de problèmes, pas de soucis. E meno male che non le ho augurato Bonne chance !, buona fortuna, o cose simili! Infatti, poi per scrupolo ho cercato sul vocabolario cosa volesse dire enterrement, perché avevo come il sentore che tutti questi allenamenti e colloqui fossero comunque un po’ stonati…
Potete immaginare la mia sorpresa quando ho visto che enterrement significa FUNERALE!!!
Che figura… la povera ragazza avrà pensato che ho la sensibilità di un fachiro. Va beh pazienza. Alla prima occasione le ho spiegato che non avevo capito il suo messaggio altrimenti le avrei quantomeno detto che mi dispiaceva, e ovviamente lei è stata molto comprensiva. In ogni caso non era successo nulla di grave.
Ma le insidie della lingua francese non erano finite!
Proprio poco tempo dopo mi sono trovata a parlare con un amico, era un lunedì e la domanda classica era T’as bien passé le weekend ? Qu’est-ce que t’as fait ? (Hai passato bene il weekend? Cosa hai fatto?)
Lui mi ha detto di essere stato a un enterrement de vie…
“Cavolo! Enterrement. Quindi funerale!!! Stavolta sono preparata, ORA SO COSA VUOL DIRE!!!” Ecco ciò che ho pensato, felice di sapere finalmente cosa rispondere in questi casi.
Hai presente quel senso di onnipotenza che ti assale quando pensi di avere la situazione sotto controllo, di sapere esattamente cosa fare, di avere l’occasione di mettere in pratica quanto imparato, tra l’altro al prezzo di una discreta figuraccia, anzi di avere finalmente l’occasione di una piccola rivincita su quella lingua che ti aveva giocato un brutto scherzo?!
Pensando al funerale di cui sopra, e pronta a fare il mio figurone rispondendo – stavolta – con le parole giuste, mi sono quindi affrettata a dire che mi dispiaceva e a fare le mie condoglianze…… oh, je suis désolée, je ne le savais pas …
Ecco. FORSE, quel sorriso sul volto del mio amico mentre mi raccontava di esser stato a un “enterrement di qualche cosa” avrebbe dovuto mettermi la pulce nell’orecchio. Potrai immaginare il mio stupore nel vederlo ridere alle mie condoglianze, ma soprattutto il suo stupore nel sentirmi triste e dispiaciuta, dato che enterrement de vie non ha niente a che fare con “enterrement e basta”. E se enterrement vuol dire funerale, enterrement de vie significa niente po’ po’ di meno che ADDIO AL CELIBATO!!!
O mio Dio! Ho fatto le condoglianze a un mio amico che era andato a un addio al celibato!
Ma soprattutto, i Francesi chiamano l’addio al celibato (idem per l’addio al nubilato) “funerale di vita”?!? Lo vedono proprio bene il matrimonio eh!
Bon, e anche quest’altra figuraccia non me l’ha tolta nessuno. Il mio amico mi ha poi spiegato cosa fosse un enterrement de vie, e si è dovuto sorbire anche la mia rabbia verso due modi così simili per esprimere due concetti praticamente opposti.
Alla fine comunque ci siamo fatti due risate. 😉
Una piccola precisazione e un po’ di vocabolario.
Siccome “addio al celibato/nubilato” in francese si dice allo stesso modo, enterrement de vie, quando si vuol precisare se si tratta di futura sposa o futuro sposo si dice:
Ma perché in francese si parla – letteralmente – di “funerale di vita”…? Da dove nasce questo nome?
Ormai sai che a me piace sempre andare a cercare l’origine delle parole e dei modi di dire, per cui anche oggi faccio un salto nel passato, cercando una spiegazione a questa espressione così particolare.
Da quanto ho scoperto, l’origine dell’addio al celibato (che inizialmente era solo maschile) risale al XVIII secolo, e consisteva in una cena tra amici come potremmo immaginarla noi oggi; quindi non una cena e basta… capisci a me!
Ma oltre a questo, ci sono alcune teorie più o meno fondate che riguardano strane tradizioni legate al futuro sposo e a un feretro. Una di queste racconta che il “festeggiato” veniva messo dentro una bara e portato in giro per il paese dagli amici che cantavano addirittura inni funebri; tanto per dare più realismo al rituale, la bara veniva poi interrata (ah, sì, ovviamente il futuro sposo prima usciva fuori!), proprio a simboleggiare la sepoltura dell’ “Uomo vecchio”, il giovane dissoluto che aveva commesso tanti errori e che si apprestava a vivere una vita più “sobria”.
Un’altra storia, meno macabra, parla del futuro sposo intento a interrare una serie di oggetti personali simbolo della sua vita passata, posti all’interno di una bara (eh, la bara ci deve stare, se no che funerale è!?)
Ecco cosa ho imparato da queste figuracce. Non sono consigli su “come imparare il francese”, ma più che altro sull’atteggiamento da avere per non bloccarsi.
Non avere paura di fare brutte figure!
Quando studi una lingua straniera è normale che situazioni del genere, e anche più pesanti, siano all’ordine del giorno. Tanto più in una lingua difficile come il francese. Non c’è nulla di male a non conoscere tutte le parole, ed è legittimo chiedere alla persona con cui stai parlando una spiegazione in più. A volte scervellarti per trovare una risposta nella tua testa, come ho fatto io, può far qualche pasticcio, ma spesso invece è un allenamento mentale molto utile per aiutarti a collegare concetti già appresi e memorizzare nuovi significati.
Puoi ingegnarti da solo a tradurre parole sconosciute, cercandole sul vocabolario o provando a intuirne il significato tramite un ragionamento; puoi chiedere al Francese di turno di ripetere cosa ha detto perché non hai capito, o di fermarsi un attimo a indicarti la parola nuova e aiutarti a capirne il senso. Che chiedi o che non chiedi, c’è una probabilità che le cose non vadano al 100% come speri. Può capitarti di avere solo un piccolo malinteso o di fare una figuraccia colossale, puoi incontrare persone non molto simpatiche che ti prendono in giro o si scocciano alle tue domande. L’unica cosa che devi fare in ogni caso è: non avere paura di fare figuracce!
Non avere paura di buttarti in mezzo alla mischia, parla, rispondi, fai domande, balbetta e sbaglia!
Solo così imparerai davvero, e imparerai più in fretta.
Il vecchio saggio diceva: “sbagliando si impara”. Quanto è vero! Più provi, più chiarisci i tuoi dubbi, più consolidi le tue conoscenze. E se il prezzo da pagare è qualche figuraccia più o meno piccola, o qualche risata di troppo, direi che si può fare. Tanto il giorno dopo figuracce e malintesi non se li ricorda più nessuno. E se se li ricordano, sii tu il primo a riderci su! O preferisci rimanertene da una parte senza capirci nulla e senza interagire “per paura di…”? 😉
Vas-y ! Courage !
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