Francese parlato: come distinguere la 3^ persona singolare e plurale?

Hai mai notato che molto spesso nelle coniugazioni francesi i verbi sono identici o molto simili tra una persona e l’altra? (Je parle tu parles, il parle, nous parlons, vous parlez, ils parlent)

Scrivo questo articolo prendendo spunto da un’email ricevuta da una mia lettrice/ascoltatrice, Giorgia, che ringrazio tantissimo per avermi fatto una domanda che credo possa essere d’interesse per molti.
Giorgia mi chiede se c’è qualche modo o trucchetto per imparare a distinguere bene nella lingua parlata la terza persona singolare da quella plurale.

Proverò quindi a fare una casistica dei principali indizi che – quando ci sono – possono aiutarci a fare questa distinzione.

Puoi ascoltare qui l’episodio del podcast, cosa che ti consiglio dato che in molti esempi la pronuncia delle parole è fondamentale per capire le differenze!

Premessa

Prima ancora di cominciare, ecco un paio di informazioni per partire tutti dallo stesso livello:

La prima è che le coniugazioni francesi sono 3: 

  • i verbi del PRIMO GRUPPO: all’infinito terminano in -ER, sono regolari e molto numerosi; 
  • i verbi del SECONDO GRUPPO: anch’essi regolari, all’infinito terminano in IR; 
  • i verbi del TERZO GRUPPO: sono tutti gli altri, terminano in vario modo e sono i più complessi.

La seconda è una piccola informazione fonetica:

in moltissimi verbi, e in quasi tutti i tempi semplici dei modi indicativo, congiuntivo e condizionale, la terza persona plurale termina in -ENT.

Normalmente, quando queste tre lettere si trovano alla fine di altre parole che non sono verbi, si leggono e si pronunciano come una O aperta nasale: pensiamo a tutti gli avverbi che finiscono in -MENT (naturellement, vraiment etc).

Invece, quando le tre lettere -ENT si trovano alla fine dei verbi alla terza persona plurale, nel linguaggio parlato non si pronunciano MAI senza eccezioni! (Ovviamente bisogna scriverle…)

Questa regola è importante, perché molto spesso (non sempre!) il fatto di non pronunciarle rende la terza persona plurale identica alla terza singolare.

Ecco alcuni esempi di cui puoi sentire la pronuncia nell’audio del podcast che trovi a inizio articolo:

  • il regarde, ils regardent
  • il rêve, ils rêvent
  • il danse, ils dansent

PRIMO CASO

  • Tempo presente, nei verbi del 1° gruppo e qualcuno del 3° gruppo.
  • Tempi imperfetto indicativo + presente del condizionale e congiuntivo, per tutti i verbi indistintamente.

Purtroppo il problema non è solo come distinguere la terza persona singolare dalla terza plurale. No, i Francesi devono avere un certo sadismo verso noi poveri stranieri che cerchiamo di imparare la loro lingua…
Vorrei quindi peggiorare un po’ la situazione, e aggiungere che la pronuncia non è uguale solo tra le terze persone, ma molto spesso anche con la prima e seconda singolare!

Ecco in quali casi:

  1. al PRESENTE INDICATIVO, la 1^, 2^, 3^ persona singolare e la 3^ plurale si pronunciano esattamente allo stesso modo in tutti i verbi del primo gruppo (danser, manger, parler, regarder, etc.), più alcuni verbi del terzo gruppo, tra cui voir, offrir, sourire.

Lista dei verbi del terzo gruppo che al presente indicativo hanno la 1^, 2^, 3^ pers. sing. + 3^ plur. con la stessa pronuncia.

Voir (vedere), pourvoir (fornire), entrevoir (intravedere), rire (ridere), sourire (sorridere), courir (correre), discourir (discorrere), encourir (incorrere), parcourir (percorrere), couvrir (coprire), découvrir (scoprire), défaillir (svenire), fuir (fuggire), inclure (includere), exclure (escludere), extraire (estrarre), mourir (morire), occlure (occludere), offrir (offrire), ouïr (udire), ouvrir (aprire), entrouvrir (socchiudere), s’asseoir (sedersi), rentraire (rammendare), recueillir (raccogliere), secourir (soccorrere), souffrir (soffrire), traire (trarre), soustraire (sottrarre), assaillir (assalire), tressaillir (trasalire).

Un esempio, al presente indicativo del verbo aimer (amare) del primo gruppo:

J’aime, tu aimes, il aime, ils aiment. Queste quattro persone si pronunciano allo tesso modo.

Come se non bastasse, se pensi che almeno la prima e seconda persona plurali siano ben distinguibili, ti ricordo che quasi sempre, nel linguaggio parlato soprattutto, il “nous” viene sostituito dal pronome impersonale “on”, che rientra anch’esso nella terza persona singolare. Quindi, di fatto, nella maggior parte dei casi, in 5 persone su 6 il verbo è sempre pronunciato allo stesso modo.

Ma andiamo avanti.

  1. All’IMPERFETTO INDICATIVO, al PRESENTE CONDIZIONALE e al PRESENTE CONGIUNTIVO, alla 1^, 2^, 3^ persona singolare e 3^ plurale i verbi sono uguali e questo vale per TUTTI i verbi, mi pare anche senza eccezioni, quindi 1°, 2° e 3° gruppo senza distinzioni. Ecco qualche esempio in cui la pronuncia non cambia:
  • verbo fare all’imperfetto indicativo: Je faisais, tu faisais, il faisait, ils faisaient.
  • verbo dire al condizionale presente: Je dirais, tu dirais, il dirait, ils diraient.
  • verbo sapere al congiuntivo presente: Que je sache, que tu saches, qu’il sache, qu’ils sachent.

Come facciamo allora a riconoscere una persona dall’altra e in particolare, per rispondere alla domanda di Giorgia, da terza singolare a terza plurale?

Prima di tutto bisogna distinguere dai verbi che iniziano per vocale e quelli che iniziano per consonante.

se il soggetto è un pronome personale soggetto

Verbi che iniziano per vocale

Se il verbo inizia per vocale, e se il soggetto è un pronome personale soggetto, niente di più semplice: si farà sempre la liaison tra pronome e verbo alla terza persona plurale:

  • il arrivait – ils_arrivaient,
  • il aime – ils_aiment,
  • il envoie – ils_envoient,
  • il attendrais – ils_attendraient

Questa differente pronuncia è fondamentale, perché è il solo aspetto che può permetterci di distinguere tra terza persona singolare e plurale. In questo modo il problema di come distinguere le due persone si pone solo se il verbo inizia per consonante.

Verbi che iniziano per consonante

Se il verbo inizia per consonante, mi dispiace, ma la dura verità è che non c’è speranza di capire di chi si sta parlando, se parliamo al plurale o al singolare. Ma se vi può consolare non lo capirebbe neanche un Francese madrelingua!

Questo problema, infatti, ce l’hanno anche i madrelingua, quindi evidentemente dal contesto è (quasi) sempre possibile individuare se si parla al plurale o al singolare.

Tra l’altro, per spezzare una lancia in favore della lingua francese, se notiamo, anche in italiano non siamo da meno! Al presente congiuntivo anche noi abbiamo degli omofoni: che io dica, che tu dica, che egli dica. Al presente indicativo del verbo essere: io sono, essi sono. In più, noi omettiamo quasi sempre il pronome personale, e se diciamo “sono a casa”, sono chi? sono io, o sono loro? Lo si capirà dal contesto della frase, oppure si chiederà di specificare.

Ebbene, in francese è la stessa cosa! Solo che forse bisogna affidarsi al contesto un po’ più spesso che in italiano, ma ogni cosa ha i suoi pro e i suoi contro. Per noi sarà forse più difficile scrivere in francese o capire il linguaggio orale quando i verbi sono uguali, ma quando dobbiamo parlare, si può dire che abbiamo 4 persone al prezzo di una!

Ad esempio, basta che per il presente mi ricordo je parle e automaticamente posso dire anche tu parles, il parle, e ils parlent. Basta che mi ricordo all’imperfetto je parlais, e automaticamente posso dire tu parlais, il parlait, ils parlaient, perché hanno tutti la stessa pronuncia. Pensate ai poveri stranieri che imparano l’italiano e che si devono ricordare ogni volta “io parlo, tu parli, lui parla, essi parlano….”, “io parlavo, tu parlavi, egli parlava, noi parlavamo!” etc etc etc.
Vabbè, questo solo per sdrammatizzare un pochino e per ricordarci sempre che ogni lingua ha le sue difficoltà! Ma andiamo avanti con la nostra caccia alle differenze!

se il soggetto è un sostantivo

Vediamo ora il caso in cui, per questi stessi verbi e tempi, il soggetto non è un pronome personale ma un altro soggetto, un sostantivo ad esempio.

In questo caso la liaison non ci può aiutare perché tra il nome e il verbo la liaison non si fa.

I Francesi però, tendenzialmente non si sbagliano e si capiscono quando parlano, quindi possiamo arrivare a farlo anche noi!
Come fanno loro per capire le differenze quando due o più forme verbali hanno esattamente la stessa pronuncia e non ci sono liaison in soccorso?
Dobbiamo ampliare lo sguardo! Non possiamo concentrarci solo sul verbo e basta, ma dobbiamo guardare TUTTO il soggetto, e quando dico “tutto” intendo compresi anche eventuali articoli, aggettivi etc.

Quando il soggetto non è un pronome personale ma un sostantivo, bisognerà fare attenzione ad altri dettagli che possono far capire se il nome è plurale o singolare.

Prendiamo ad esempio il presente indicativo dei verbi regolari del primo gruppo, così che la pronuncia del verbo sia identica alla terza persona singolare e plurale; in questo modo saremo obbligati a distinguere di quale delle due si tratta solo ascoltando bene il soggetto. Ti consiglio di ascoltare il podcast perché da questo punto in poi la pronuncia la fa da padrone.

Facciamo qualche esempio per capire bene:
  • ton frère regarde la télé: tuo fratello guarda la TV
  • tes frères regardent la télé: i tuoi fratelli guardano la TV

In questo caso, la sola differenza nella pronuncia è nell’aggettivo possessivo: ton-tes.
Anche se, a vedere scritte queste due frasi, noteremo una differenza anche in frère-frères, e nel verbo. Ma all’orale l’unico a cambiare pronuncia è l’aggettivo possessivo.

Altro esempio:
  • le vendeur arrive
  • Les vendeurs arrivent.
In questo caso la differenza la fa l’articolo che ha una pronuncia diversa dal singolare al plurale. Certo, è importante sapere che al singolare la E di LE non si pronuncia, mentre al plurale si pronuncia un bel “LE” sonoro.

Un altro esempio a questo proposito:

  • Le garçon parle
  • les garçons parlent
Anche qui è la pronuncia dell’articolo che fa la differenza, e bisogna fare molta attenzione perché appunto l’articolo maschile singolare si scrive LE, ma se noi italiani lo pronunciamo come lo leggiamo, all’italiana, diremo LE, mentre invece la pronuncia LE è per l’articolo plurale, perché al singolare è L. Sembra una sciocchezza ma è questo che ci fa capire di chi si sta parlando.

In queste situazioni bisogna fare attenzione a delle sottigliezze fonetiche che fanno tutta la differenza. Quando dico che la fonetica è fondamentale, è proprio in questi casi che si vede il perché.

Un altro esempio:
  • L’enfant joue
  • les_enfants jouent

In questo caso c’è anche la liaison tra l’articolo e il nome a darci una mano in più. L’enfant è ben diverso da les_enfants, non trovi?

E sempre con l’esempio del bambino che gioca, ecco un’altra situazione in cui sono fondamentali le liaison con gli aggettivi:
  • Le petit_enfant joue
  • les petits_enfants jouent
Nel testo ho indicato dove si fa la liaison, nell’audio puoi sentire meglio la pronuncia: nel primo caso la liaison si fa con la T di petit, mentre nel secondo caso si fa con la S di petits, oltre al fatto che l’articolo plurale è diverso dal singolare (Le-les).

Un ultimo esempio:

  • Un étudiant écoute
  • Des_étudiants écoutent
In questo caso la differenza è nell’articolo indeterminativo al singolare e partitivo al plurale, con liaison, che cambia completamente e rende chiaro che si parla del plurale anche se la pronuncia del sostantivo e del verbo non cambia.

SECONDO CASO

  • Tempo presente, nei verbi del 2° gruppo e nei verbi del 3° gruppo non compresi nel primo caso.

Rimanendo al presente indicativo, cosa succede per gli altri verbi?

Ecco una bella notizia: per tutti gli altri verbi il problema non si pone!
Fermo restando che anche in questo caso, per i verbi che iniziano per vocale si fa sempre la liaison col pronome personale soggetto alla terza persona plurale, e che quando invece il soggetto è un sostantivo, tutti i consigli dati prima riguardanti eventuali articoli o aggettivi valgono anche per questi altri verbi, in più qui c’è sempre, seppur piccola, una differenza nella pronuncia tra terza persona singolare e plurale, a cui dobbiamo solo abituare l’orecchio.

Ecco di seguito una serie di esempi (qui userò sempre i pronomi personali soggetto, ma lo stesso discorso vale per qualsiasi altro soggetto). Naturalmente, ascoltando l’audio ti renderai conto meglio della diversa pronuncia delle parole.

  • (partire) partir – il part – ils partent (al singolare non si pronuncia la T, al plurale non si pronuncia -ent, quindi stavolta si sentirà la T)
  • (dire) dire – il dit – ils disent (anche in questo caso, al plurale si sentirà la S che al singolare non è presente)
  • (fare) faire – il fait – ils font
  • (andare) aller – il va – ils vont
  • (dovere) devoir – il doit – ils doivent
  • (mettere) mettre – il met – ils mettent
  • (conoscere) connaître: il connait – ils connaissent
  • (potere) pouvoir: il peut – ils peuvent
  • (volere) vouloir: il veut – ils veulent
  • (finire) finir: il finit – ils finissent
  • (ingrassare) grossir: il grossit – ils grossissent
  • (leggere) lire: il lit – ils lisent
  • (scrivere) écrire: il écrit – ils_écrivent
  • (prendere) prendre – il prend – ils prennent (qui ti faccio notare che al singolare non si pronuncia la D e il gruppo -en si pronuncia come una O nasale, mentre al plurale il suono -EN è chiaro e non nasale)
  • (venire) venir: il vient – ils viennent (come nel caso precedente, anche qui la pronuncia è fondamentale: se “il vient” non lo leggiamo come si deve, ma lo leggiamo maccheronicamente all’italiana, sarà molto più difficile comprendere di cosa parla un Francese quando parlerà al plurale. La fonetica è tutto!
Ecco altri esempi con altri soggetti sostantivi:
  • le garçon part en vacances – les garçons partent en vacances
  • la mère lit un livre – les mères lisent un livre
  • la jeune femme grossit – les jeunes femmes grossissent
  • un bel homme vient d’entrer – des beaux hommes viennent d’entrer
E così via.

Per ricapitolare, ti lascio uno schema che sintetizza quanto detto finora.

Non c’è un vero e proprio trucco per distinguere la terza persona singolare e plurale: dove sono identiche bisogna solo sperare che il contesto ci aiuti (ripeto, anche per i madrelingua è così!); dove invece c’è una differenza di pronuncia, bisogna imparare a farci l’orecchio soprattutto allenandosi a pronunciare bene le parole.

La fonetica – non finirò mai di dirlo – in questi casi è fondamentale, perché molto spesso le parole sembrano tutte uguali solo perché si pronunciano erroneamente in modo uguale o simile suoni che in realtà sono in realtà abbastanza diversi.

Concludo con una citazione di Jean Cocteau che è proprio a pennello per l’argomento di oggi:

Le verbe aimer est difficile à conjuguer : son passé n'est pas simple, son présent n'est qu'indicatif, et son futur est toujours conditionnel.

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