
La Tour Eiffel, una Dame di #130anni

Progettata in occasione dell’Esposizione universale del 1889 a Parigi, realizzata a tempo di record (poco più di due anni) e inaugurata il 31 marzo 1889, la Torre Eiffel incontrò subito il favore del pubblico, che pian piano la consacrò a simbolo della città. Vedendola oggi, tanto riprodotta su gadget e souvenirs, cartoline e fotografie, non si direbbe che all’inizio subì critiche durissime da parte di numerosi intellettuali.

Con la sua esile forma e la tipica struttura a rete che permette allo sguardo di attraversarla, la Torre Eiffel sembra non avere segreti; eppure, quante curiosità legate alla sua storia potrebbe raccontarci!
Per festeggiare i suoi 130 anni di esistenza, ripercorriamo alcuni momenti che l’hanno vista protagonista della storia parigina. Ne vedrete di tutti i “colori”…
Chi inventò la Torre Eiffel?
Furono i due principali ingegneri dell’impresa Eiffel, Émile Nouguier e Maurice Koechlin, nel giugno 1884, a elaborare una prima ipotesi di torre: l’idea era una torre molto alta, pensata come un grande pilone, formato da 4 travi reticolari separate alla base e che si riunissero in cima, legate tra loro da travi metalliche disposte a intervalli regolari.
Per rendere il progetto più acettabile dall’opinione pubblica, Nouguier e Koechlin chiesero all’architetto Stephen Sauvestre di “abbellire” il progetto, renderlo più gradevole. L’architetto Sauvestre si occupò quindi di numerosi elementi decorativi, come i celebri archi monumentali.

Progettata per – non – fermare il vento

La forma della Torre Eiffel è aerodinamica, pensata espressamente per resistere al vento, come ribadì lo stesso Gustave Eiffel rispondendo alle critiche mosse contro il suo progetto. Tuttavia è più sensibile alla dilatazione termica.

Nei suoi precedenti progetti di ponti e viadotti, Eiffel aveva già sperimentato le costruzioni reticolari, ossia che al posto di travi massicce fanno uso di barre scanalate, quindi più leggere.
Torre Eiffel a Barcellona: leggenda o realtà?
È probabilmente una leggenda metropolitana quella che afferma la possibilità che Gustave Eiffel abbia offerto il progetto della sua Torre alla città di Barcellona per l’esposizione universale del 1888, il cui rifiuto – per motivi economici e per il progetto considerato troppo irreale – lo abbia fatto ripiegare su Parigi l’anno seguente. Anche se questa notizia è stata smentita più volte, non è ancora del tutto chiaro se Eiffel abbia comunque proposto a varie città la costruzione della Torre. Una cosa è certa, alla fine fu realizzata a Parigi!
Tour Eiffel in cifre:
- Scelto fra 107 progetti
- 5.300 disegni
- 50 ingegneri e disegnatori
- La Torre Eiffel si inscrive in una piramide a base quadrata di 125 mt di lato e 300 mt di altezza
- Nel 1957 è stata aggiunta un’antenna televisiva che l’ha rialzata di 20 metri
- Poggia su 4 blocchi in muratura profondi da 9 a 14 metri
- 150 operai nella fabbrica a Levallois-Perret
- Tra 150 e 300 operai in cantiere
- È costituita da 18.038 pezzi di ferro
- 2.500.000 rivetti
- 7.300 tonnellate di ferro
- 60 tonnellate di pittura
- Gli operai lavoravano 9 ore al giorno in inverno e 15 in estate, senza riposo settimanale
- Ci sono voluti 5 mesi per le fondazioni e 21 mesi per montare la parte metallica, per un totale di 2 anni, 2 mesi e 5 giorni di lavoro per l’esattezza
- Le sue 3 piattaforme sono situate a 57, 115 e 276 mt
- Il primo piano fu completato il primo aprile 1888
- Il secondo piano fu completato il 14 agosto 1888
- La torre fu completata il 31 marzo 1889
- La differenza di dilatazione tra la parte all’ombra e quella al sole può essere anche fino a 15 cm
- 1.710 gradini fino in cima
- 5 ascensori
- 103.000 km percorsi dagli ascensori
- 7 milioni di visitatori all’anno (di cui il 75% stranieri)
- Più di 300 milioni di visitatori dal 1889 a oggi
- 20.000 lampadine che la illuminano ogni notte
Qualche record
Quando fu realizzata, la Torre Eiffel era la costruzione più alta del mondo, ed ebbe questo primato fino al 1930, quando fu superata dal Chrysler Building a New York 319 mt.
Oggi, con i suoi 7 milioni di visitatori all’anno, è il monumento a pagamento più visitato al mondo.
Le critiche
Come spesso capita (anche oggi) con costruzioni diciamo “diverse dal solito”, il progetto della Torre Eiffel non fu immune da pesanti critiche da parte dei contemporanei. Eppure siamo in una Parigi reduce dagli stravolgimenti (quelli veri!) di Haussmann, che in poco tempo aveva cancellato e ridisegnato la città come se fosse costruita con i Lego. Cosa poteva accadere “di peggio”?
Sarà forse che, tutto sommato, Haussmann aveva cambiato i connotati della città, mantenendo comunque una certa omogeneità architettonica e urbanistica, fatto sta che i contemporanei di Eiffel non furono molto propensi a un elemento innovativo tanto diverso dal paesaggio in cui era inserito. Un po’ come noi oggi consideriamo la Tour Montparnasse un pugno in un occhio nello skyline parigino, e magari tra 50 anni diventerà il nuovo simbolo della Ville lumière! Come direbbe Alessandro, “ai posteri l’ardua sentenza”.

Ma tornando a fine Ottocento, ecco alcuni degli appellativi e delle critiche indirizzati alla Dame de Fer.
“Questo lampadario davvero tragico”
– Léon Bloy
“Questo scheletro da campanile”
– Paul Verlaine
“Questo albero di ferro dall’ossatura dura, incompiuta, confusa, difforme”
– François Coppée
“Questa alta e sottile piramide di scale di ferro, scheletro sgradevole e gigante, la cui base sembra fatta per trasportare un formidabile monumento dei Ciclopi, e che abortisce in un ridicolo e sottile profilo del camino di fabbrica”
– Maupassant
“Un tubo di fabbrica in costruzione, una carcassa in attesa di essere riempita con pietre tagliate o mattoni, questa griglia a imbuto, questa supposta crivellata di buchi”
– Joris-Karl Huysmans
La protesta più aggressiva è arrivata tramite il giornale “Le Temps”, nel febbraio 1887, firmata da numerosi intellettuali dell’epoca, tra cui Emile Zola e Charles Garnier. Nell’articolo Quell’inutile e mostruosa torre Eiffel… potete trovare la versione estesa del documento, e la risposta che Eiffel diede per difendere il suo progetto.
Dalla Torre Eiffel alla Statua della libertà, passando per l’Italia…
L’ingegner Gustave Eiffel non era esattamente l’ultimo arrivato, e sebbene porti il suo nome, la Torre Eiffel non è la sola e nemmeno la prima sua opera più famosa. Pochi anni prima dell’Esposizione universale dell’89, infatti, era stato chiamato dallo scultore Auguste Bartholdi per studiare e ideare la struttura interna di una delle sue statue, che doveva avere dimensioni colossali: signore e signori, la Statua della Libertà di New York! La statua di 46 metri che svetta sulla Liberty Island, infatti, è stata realizzata in Francia e offerta dal popolo francese al popolo americano in segno di amicizia tra le due nazioni.
Cosa c’entra l’Italia con tutto questo discorso? Ebbene, le due opere che ispirarono il progetto della Statua della Libertà furono il Colosso di Rodi (una delle 7 meraviglie del mondo, presente solo in antichi racconti), e il tutt’ora esistente colosso di San Carlo Borromeo, per gli amici “Sancarlone”, presente ad Arona, sul Lago Maggiore, di dimensioni ridotte rispetto alla statua americana e anch’esso visitabile all’interno, tramite scale che portano fino alla sommità.

Esperimenti scientifici
Nata in occasione dell’Esposizione Universale del 1889, la Torre Eiffel era destinata a essere smantellata solo 20 anni dopo, così come altri edifici che in effetti non ci sono pervenuti.
Tuttavia, Gustave Eiffel non era particolarmente entusiasta di questa prospettiva, e, da bravo ingegnere, si ingegnò per rendere la sua torre indispensabile, così da scongiurare il pericolo di qualsiasi demolizione.
Certo che l’utilità scientifica le avrebbe valso una lunga vita, Eiffel favorì la realizzazione di numerosi esperimenti: dalle osservazioni meteorologiche, astronomiche e fisiche, all’installazione di un’antenna monumentale per le trasmissioni con telegrafo prima, radio poi (e oggi televisive), la Torre Eiffel sarà luogo di sperimentazione scientifica di ogni tipo.
Questa la sua vocazione, usando le parole di Eiffel:
“Ce sera pour tous un observatoire et un laboratoire tel qu’il n’en aura jamais été mis d’analogue à la disposition de la science”.
“Sarà per tutti un osservatorio e un laboratorio come non se ne sono mai visti a disposizione della scienza”.
Gustave stesso creerà un suo ufficio al terzo piano della Torre, per le sue osservazioni astronomiche e di fisiologia.
Victor Lustig, l’uomo che ha venduto la Torre Eiffel
Nel 1925 Victor Lustig, giovane di origine ceca trasferitosi a Parigi, apprese dai giornali che la Torre Eiffel era sempre più un enorme problema per le finanze cittadine: il ferro iniziava ad arrugginire e necessitava di una manutenzione molto onerosa.
Da qui, Lustig ebbe un’idea tanto folle quanto geniale: farsi credere un addetto del comune incaricato di vendere la Torre Eiffel.
Preparò e inviò a cinque tra i più grandi commercianti di rottame una lettera, accuratamente falsificata con l’intestazione del comune, con cui li invitava a una riunione per discutere dell’opportunità di recuperare ben 7.000 tonnellate di ferro a seguito dell’imminente smantellamento della Torre Eiffel. Per essere sicuro di non far trapelare la notizia (della sua truffa), raccomandò loro inoltre di serbarla fino alla fine dei lavori, onde evitare un’eventuale rivolta popolare qualora si sapesse che l’ormai amata torre sarebbe stata demolita.
Dei cinque commercianti interpellati, quale “pesce” avrà abboccato alla truffa?
Ebbene, neanche a farlo a posta, è proprio un pesce di nome e di fatto: tale André Poisson (poisson = pesce) che finirà col pagare un consistente assegno al furbo Lustig e attendere, invano, la demolizione della Torre Eiffel…
Dopo aver capito di esser stato truffato, ebbe talmente vergogna per la sua ingenuità, che non osò mai parlare pubblicamente dell’accaduto.
Tutti i colori della Torre Eiffel
Se oggi il colore della Torre Eiffel è un marroncino di giorno e un dorato di luci di sera, in realtà il colore scelto da Gustave Eiffel, e con cui appariva la Torre i primi anni dalla sua inaugurazione, era il rosso. Col tempo è stata ridipinta ben 19 volte dalla sua costruzione, che equivale a una media di una volta ogni 7 anni.

Dal 1968 tuttavia il colore è sempre lo stesso, ossia il “brun tour Eiffel” che conosciamo noi, chiamato così poiché concepito espressamente ed esclusivamente per la Torre Eiffel. Questo tipo di marrone, rassomigliante al bronzo, si presenta in tre sfumature diverse: più chiara in cima, più scura alla base, così da assicurare una percezione uniforme della tinta man mano che si sale verso il cielo. Ma chissà che alla prossima tinteggiatura non possa cambiare…
Se volete saperne di più sui colori di ieri e di oggi della Torre Eiffel, leggete questo articolo.