L’abbazia di Saint Germain des Prés: le origini della chiesa più antica di Parigi

«Così fu nominata una badia
Ricca e bella, non men religiosa
E cortese a chiunque vi venia.»
Orlando furioso, Canto XII, 36

Ai giorni nostri, Saint Germain des Prés è una parte del famoso Quartier Latin, nel VI arrondissement parigino. Anche se si tratta ormai di un settore piuttosto chic (anzi: radical chic) dove gli affitti sono tra i più alti della capitale, il quartiere è rimasto popolare fino agli anni Settanta del ‘900, luogo di ritrovo degli studenti, artisti e intellettuali squattrinati.

Vi conducevano, già decenni prima del ’68, una vita scapigliata, povera e anticonformista, cioè, al di là delle convenzioni borghesi (specialmente quelle sessuali; ma anche la cortesia, l’eleganza nel vestire. E perfino l’igiene corporale…), prolungando così infinitamente la loro giovinezza; e spesso accorciando la propria vita nell’abuso d’alcol e di droga. Quel che si chiamava la vie de Bohème

La vie de Bohème … La Boemia era un regno il cui territorio corrispondeva, più o meno, a quello dell’attuale Repubblica Ceca. Dal Medio Evo, gli zingari venivano chiamati, per antonomasia, «Bohémiens» in Francia (anche quando non c’entravano affatto colla Boemia). Si trattava di un termine spregiativo, di un insulto quasi, assegnato a quegli studenti che vivevano ai margini della società, senza rispettare niente e nessuno. Ma, come spesso accade, gli intellettuali di Saint Germain des Prés fecero dell’insulto un titolo di gloria, un grido di guerra contro la borghesia conservativa e conformista, personificata nella figura di Monsieur Prud’homme … Il termine di «Bohème» fu poi presto adottato da tutte le altre lingue. Tra cui l’italiano; si veda l’opera di Puccini.
Saint Germain des Prés è oggi anche una bella chiesa parrocchiale, il cui campanile è il simbolo del quartiere. Ma, quel che molti hanno dimenticato è che, all’origine, e per 12 secoli, Saint Germain des Près era innanzi tutto una grandissima abbazia (la chiesa ne è oggidì pressappoco l’unica vestigia) tra le più famose d’Europa. E anche, dagli anni 60 del ‘600 fino alla Rivoluzione, un centro intellettuale di primo piano.

Come è nata Saint Germain des Prés​

Come per molte altre, la creazione (verso il 543) e i primi secoli dell’abbazia sono avvolti da leggende. Le cronache ci raccontano che, nel secolo sesto, il re merovingico Childeberto (regnò dal 511 al 558) portò nella sua capitale, da una scorribanda in Spagna, reliquie di Saint Vincent e un pezzo della “vera” Croce.
Sul consiglio di Germain (= Germano 496-576), vescovo di Parigi, il re affidò le reliquie ad un’abbazia fondata appositamente sulla sponda sinistra della Senna, per custodirle: all’infuori della cinta daziaria, in mezzo ai prati. Re Childeberto, e tutta la sua famiglia, vi si fecero seppellire, secondo la credenza allora comune che riposare tra oranti fosse una garanzia di salvezza.
Vi si fece seppellire anche il popolare vescovo Germain, suscitando fra i parigini un vero e proprio pellegrinaggio, da cui l’abbazia (fondata inizialmente sotto il nome di “Saint Vincent et Sainte Croix”) prese infine il nome: San Germano nei Prati (Saint Germain des Prés). Sancti Germani a Pratis, ufficialmente.

Gli inizi e l’apogeo​

L’abbazia soffrì molto a causa delle invasioni normanne. Quelli risalivano i fiumi sui loro drakkars alla ricerca di refurtiva. Le abbazie (che – e lo sapevano pure i barbari – concentravano le ricchezze dell’Europa carolingica) erano le loro prede predilette. E ben tre volte (nell’845, 856 e 886) l’abbazia Saint Germain des Prés dovette difendersi dagli assalti. La storia (o la leggenda?) ci dipinge il coraggioso abate Gozlin difendendo, a spada tratta, la sua abbazia…
Ma superata quella prova, l’abbazia divenne una delle più ricche del paese. Tanto da godere del privilegio canonico (confermato da Papa Pasquale II, nel 1107) dell’esenzione. Cioè, l’abbazia era indipendente dall’autorità del vescovo di Parigi.
Nel 1163, Papa Alessandro III venne a Parigi a posare la prima pietra del duomo di Notre Dame.Fu ospitato all’abbazia di Saint Germain, solo luogo ritenuto degno di accogliere il Pontefice. Il vescovo di Parigi, Maurice di Sully (1110 ca. -1196), venuto a riverirlo, fu prontamente, e senza cortesia, messo alla porta di Saint Germain des Prés dai monaci.

Fino alla Rivoluzione, ci fu grandissima rivalità fra il pellegrinaggio a Sainte Geneviève (animato dal vescovo) e quello a Saint Germain (animato dai monaci).

D’altra parte, il Re aveva concesso a Saint Germain des Prés l’immunità giuridica e fiscale. Concretamente: l’abbazia – e il borgo circostante – era indipendente da ogni potere, tranne quello del Re, e non aveva da pagare tasse a nessuno. Il che la rese enormemente ricca. L’abbazia contribuiva dunque potentemente alla prosperità di Parigi, tanto che organizzava una fiera (la Foire Saint Germain), frequentata da mercanti da tutta l’Europa.
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