Parigi vs Roma: spazi verdi, quantità o qualità?

Roma è più grande di Parigi… A Parigi ci sono più metro di Roma… Roma ha il monumento più antico… Parigi il più alto… Roma ha più colli… Parigi più ponti…

I confronti tra Roma e Parigi si sprecano, si confronta qualunque cosa, e purtroppo noto sempre un certo senso di rivalità volto a decretare “la città più bella del reame”.

Ecco, premetto subito che se ora faccio un confronto sul verde di Parigi e il verde di Roma, NON È per trovare “Miss botanica 2019”, ma anzi, per fare un’analisi quanto più oggettiva possibile sull’argomento “verde urbano”, epurata da qualunque condizionamento e, soprattutto, dagli stramaledettissimi luoghi comuni che ODIO con tutto il mio ammmmore!

Sarà che sono un architetto del paesaggio e quando si tratta di parchi e giardini mi si rizzano le antenne, sarà che amo Roma e Parigi in egual misura tendente a infinito, sarà pure che non ho nessuna mira di conquista dell’una o dell’altra città (casomai di entrambe… eh eh), ma su questo genere di confronti sento di essere abbastanza imparziale e oggettiva.

Ecco quindi che vi presento le mie personali, ma realistiche, considerazioni riguardo la situazione attuale degli spazi verdi pubblici di queste due belle città, in particolare soffermandomi sugli aspetti della “quantità” e della “qualità”.

Se parliamo di quantità

Parte del lavoro l’hanno già fatta due soggetti simpaticissimi che sicuramente già conoscete (molto più famosi di me!): Svevo e Federico, per gli amici i “Ritals”.

In uno dei loro video (guardate qui sotto), prendendo bonariamente in giro – come al loro solito – il mondo français, i Ritals mettono chiaramente i puntini sulle i su quella che è la situazione “quantitativa” di spazi verdi tra Roma e Paris, attraverso una rappresentazione della realtà secondo me chiara, precisa, direi inconfutabile e, a modo loro, geniale!

La verità ragazzi è questa:
a parità di superficie, Roma ha molti più spazi verdi di Parigi.
Non c’è storia.

TUTTAVIA…

L’unica nota stonata nel video dei Ritals (che, ripeto, trovo geniale, e mi fa ridere ogni volta che lo riguardo), è alla fine, quando commentano il clima di Parigi.

La loro teoria più o meno è questa: che ci fai a Parigi pure con la giungla se tanto il clima “ostile” non permette di goderne a pieno?

Questo ragionamento pone l’accento sulla fruibilità degli spazi verdi, e non farebbe una grinza, se non fosse che secondo me a questo punto si scade un po’ nei luoghi comuni e nelle frasi fatte.

Come ho già accennato in un altro articolo, Parigi non è la città cupa e uggiosa che forse molti credono. Personalmente ho vissuto inverni interi con giornate di sole e cielo sereno a non finire, estati di tutti i tipi: da quelle più fresche e secche dove con 22 gradi uscivo in canottierina gonna e infradito, a quelle più calde afose dove si sfioravano i 40° rischiando lo svenimento. Poi è vero, ti può anche capitare la settimana di pioggia in pieno agosto, e se sei un turista magari ci rosichi, ma se abiti a Paris quasi non ci fai caso, perché di fatto sono eccezioni che nulla tolgono alla godibilità degli spazi esterni tutto il resto dell’anno.

Allo stesso modo, anche a Roma non è che ci sia SEMPRE tutto sto clima ideale!

Ricordo un anno dove ogni santa volta che tornavo “giù”, a Parigi lasciavo il sole, e a Roma pioveva ininterrottamente. E mi ammalavo. A Roma.
Anzi, a dire il vero, è già da qualche anno che ogni volta che metto piede a Roma piove, il che potrebbe anche significare che sono io che porto la pioggia! Ma questo è un altro discorso…

Cosa (non) voglio dire con questo?

Non voglio dire che il clima di Roma è meglio o peggio di Parigi, non voglio dire che a Roma c’è più o meno sole, non voglio dire che si sta meglio da una parte o dall’altra (per me si sta bene ovunque!).

Voglio solo dire che NON È VERO che a Parigi c’è un “clima di m***” – per usare una simpatica citazione del video. Voglio dire che non è assolutamente sempre grigio o piovoso o chissà quale altro fenomeno atmosferico catastrofico venga associato a Parigi nell’immaginario collettivo…
Voglio dire che a passeggio nei parchi e giardini e spazi verdi in generale a Parigi ci si va eccome!

A questo punto continuo con alcune considerazioni che, forse, se le avessero fatte anche i Ritals, avrebbero condotto a un altro tipo di conclusioni nel loro confronto Roma vs Paris.

Prima ho detto, e ora lo sottolineo, che l’analisi puntuale fatta dai Ritals riguardava esclusivamente la “quantità” di spazi verdi presenti nelle due città.

E riguardo la “qualità”?

Premetto che, se per parlare di quantità i Ritals hanno preso in considerazione solo spazi di almeno 15 ha, per parlare di qualità io considero tutto, anche gli spazi di risulta ai crocevia, le rotatorie, i viali alberati, etc. Perché, da questo punto di vista, la situazione delle aree più grandi si ritrova anche nelle più piccole, sia a Roma che a Parigi. E soprattutto perché voglio rapportare la qualità alla fruibilità da parte della popolazione, che probabilmente, nel quotidiano, è più a contatto con gli spazi piccoli a portata di mano piuttosto che con le aree di grandi dimensioni.

Faccio presente, a questo punto, che gran parte del verde di Roma, giustamente elencato anche dai Ritals, è costituito da parchi regionali e riserve naturali, che meritano ora una parentesi.

Si tratta di zone non dico “intoccabili”, ma dove comunque c’è una possibilità di intervento limitata, o per motivi ambientali, o storici archeologici. Sono aree vastissime, che vanno anche ben oltre i confini comunali, integrando la cosiddetta “campagna romana” tra distese di prati, boschi e coltivazioni.

In questo momento non mi interessa considerare la loro funzione di polmone verde o i loro ettari che mi fanno vincere la gara “chi ha più verde tra Roma e Paris”; mi interessa l’uso che ne possono fare gli abitanti della città.

Per quanto riguarda la fruizione, infatti, credo sia difficile riuscire a godere totalmente di aree così grandi. Al massimo si riesce ad attrezzare la porzione di parco più vicina all’abitato, o a creare – nella migliore delle ipotesi – qualche percorso ciclopedonale per andare un po’ più lontano, ma per il resto la natura è lasciata rigogliosa e indisturbata e l’accessibilità non è così agevole. Anche perché, se pure qualche intervento fosse possibile, nella realtà non se ne occupa nessuno.

Tutto ciò tiene lontana buona fetta dei comuni cittadini, il che è buonissimo per la biodiversità di flora e fauna urbana che a Roma raggiunge livelli notevoli, così come per rigenerare l’ossigeno della città, ma dal punto di vista della fruizione del verde urbano, queste aree di Roma ad oggi sarebbero quasi da non considerare.

Ma anche mettendo da parte le riserve naturali, a Roma gli spazi verdi sono comunque tantissimi, certo più di quelli parigini.

Ecco quindi le mie considerazioni derivate dalla mia esperienza personale.
Sono nata e cresciuta a Roma, ci ho vissuto per 28 anni e ci torno regolarmente, sono laureata in architettura del paesaggio (che, a proposito, per chi non lo sapesse, riguarda analisi, progettazione, riqualificazione, gestione degli spazi aperti, urbani e non, privati e non, di qualunque dimensione e scala; detto con una sintesi così sintetica che spero non mi legga mai nessun “addetto ai lavori”). 

Dicevo… per la mia vita di tutti i giorni, ma soprattutto per i miei studi e poi per lavoro, ho scoperto, frequentato, vissuto, praticamente radiografato i peggio posti romani classificabili come “spazi esterni”, cioè di tutto di più, dalle strisce di verde accanto alle strade, ai giardini di quartiere, ai parchi più o meno strutturati, ai giardini storici e archeologici sparsi in tutta la città… studiandone lo stato di manutenzione e molto spesso, ahimé, degrado.

Ecco, se dovessi trovare degli aggettivi per definire la “qualità” degli spazi verdi di Roma, direi senza dubbio, e con profondo rammarico: degrado, abbandono, sporco.

Non ci facciamo una gran bella figura mi sa… e in un “confronto” con Parigi, ma anche con qualunque altra capitale europea credo, dove queste tre parole non sanno neanche come si pronunciano, mi dispiace, davvero mi piange il cuore, ma la mia risposta al suddetto video e alla diatriba verde di Roma vs verde di Parigi, non può che essere un’ulteriore domanda, che dovremmo porci tutti, noi “ritals” di turno, e ancor prima noi romani, tanto fieri della nostra bella città e del nostro bel clima e forse troppo poco critici:

che ci facciamo a Roma con tutto questo verde, che ci facciamo con tutto questo sole, se di tutte le migliaia di ettari presenti nel perimetro comunale ci sono tantissime situazioni di degrado, abbandono, sporco?

Ahhh la manutenzione… questa sconosciuta!

Che ci facciamo con tutto questo verde, se non possiamo passeggiare in un qualunque viale, giardino pubblico, marciapiede alberato senza trovare a terra cartacce (e magari solo quelle!), escrementi di animali, rifiuti e sporcizia in generale?
Che ci facciamo con tutto questo verde, se le aree gioco per bambini sono spesso maltenute e inutilizzabili, se le panchine perdono pezzi e piano piano arrivi a sederti nel vuoto, se i muretti (così come i muri dei palazzi del resto) sono imbrattati di scritte che nulla hanno a che vedere con i graffiti o con la street art urbana?
Che ci facciamo con tutto questo verde, se non possiamo sdraiarci sui prati perché non vengono tagliati (e quindi c’è la giungla di graminacee), o perché non vengono curati e dopo un po’ non rimane che terra nuda?

N.B. Non c’è sempre questa situazione disastrata, ma i casi positivi sono eccezioni, probabilmente parchi neonati, destinati anch’essi alla incuria dell’amministrazione e alla inciviltà della gente.

Insomma, cari Ritals, ve vojo bene lo stesso, ma se mi dite “a che serve il verde a Parigi co’ sto clima de m***?”, mi viene proprio dal cuore rispondervi “e a che serve il sole a Roma co’ sto verde de m***?”

A chiunque provi a obiettare “però le ville storiche al centro sono tenute bene”, rispondo con 2 semplici punti:

  1. E certo, al centro per i turisti. I comuni cittadini che se ne fanno, che tra l’altro al centro manco ci si arriva facilmente? (e non aprirò qui il capitolo “muoversi a Roma”)
  2. Che poi “tenute bene” è tutto da vedere. Probabilmente prati e alberature sono più curati, ma cartacce e immondizia in giro se ne trovano anche lì (per non parlare dei residui di cibo lasciati magari dagli stessi turisti), e spazi storici di importanza colossale sono abbandonati anche lì, ma ovviamente non quelli “di fronte all’entrata del museo”, perché noi romani “semo furbi”, mica ci facciamo tanare subito!

Purtroppo il vero problema a Roma è che ci si è abituati. Ci si è abituati allo sporco, al degrado, all’inesistente manutenzione del verde urbano (e non solo), per cui si portano trionfanti i numeri che attestano la nostra “superiorità” (quantitativa) e si chiudono gli occhi di fronte alle tante schifezze in cui si cammina. Perché noi romani ci adattiamo, siamo elastici, positivi, basta che c’è il sole e tutto va bene, perché Roma è talmente bella e unica che anche se ci sono disagi a non finire vale la pena vivere anche in una borgata di periferia solo per poter dire “io vivo a Roma!” E questo gli altri non lo possono capire. Ehh, è una grande dote la nostra, ma è anche un’arma a doppio taglio.

Bon, è uscita fuori la paesaggista romana che è in me. Ma dovevo togliermi questo dente. Tanto più che a Parigi è il contrario, cioè il caso eccezionale è quando trovi sporcizia o degrado, perché la norma è che puliscono sul pulito e raccolgono cartacce che non si vedono neanche a occhio nudo.

Ok, anche se può sembrare il contrario, per me Roma e Parigi non sono in competizione l’una contro l’altra, è proprio per questo che mi irrita abbastanza quando sento discorsi tipo “Roma è meglio, Parigi è peggio” o il contrario.
Il punto secondo me è che ci sono senza dubbio alcuni aspetti in cui, diciamo così, “vince Roma”, e altri in cui invece “vince Parigi”. Il mio intento nel comparare tali aspetti ha una duplice finalità.

  1. Da un lato idealmente mi piacerebbe che ci fosse una influenza positiva reciproca tra le due città, prendendo spunto dalle buone pratiche e imparando l’una dalle virtù dell’altra; in fondo c’è anche un gemellaggio esclusivo che le lega, quindi perché non trarne il massimo!
  2. Dall’altro lato, proprio per mostrare a tutti coloro che vogliono far valere la superiorità dell’una o dell’altra città che c’è poco da essere superiori.

Roma e Parigi hanno entrambe innumerevoli e innegabili pregi e anche vari difetti, in ambiti e contesti molto diversi e spesso neanche paragonabili, addirittura soggettivi a seconda del gusto e dell’esperienza personale di chi le abita. A mio avviso, è molto più intelligente imparare a riconoscere ed apprezzare i pregi e riconoscere e criticare i difetti della propria città, ovunque si abiti, piuttosto che perdersi in ostilità e rivalità vuote e spesso insensate.

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  1. Margherita
    25 Ottobre 2021
    Rispondi

    Anche io sono romana da sempre e parigina da due anni. Pur avendo avuto la fortuna di vivere accanto a uno dei parchi più grandi di Roma, Villa Pamphili (un parco vero e proprio quindi, con piena libertà di azione da parte del comune, non una riserva naturale protetta o roba simile), non me lo sono mai goduto come mi godo gli spazi verdi qui a Parigi. Villa Pamphili è un parco gigantesco (200 ettari) con un solo punto ristoro, con tutte le complicazioni che ne conseguono per passare la giornata (e ovviamente non ci sono toilette pubbliche in giro per il parco). C’era stato un progetto per aprire un secondo punto ristoro, ma dopo l’apertura fu chiuso nel giro di pochi mesi. Per non parlare del degrado, delle cartacce, delle siringhe, dell’erba alta che impedisce di sedersi (la situazione di Parigi non è neanche lontanamente così disastrosa).

    E poi secondo me il video dei Ritals, per quanto accuratissimo, ha un grosso limite: prendendo in considerazione solo i parchi di una certa metratura, taglia fuori una delle specificità che più mi hanno colpito di Parigi, cioè la presenza costante, in ogni quartiere e in ogni angolo, di giardini e giardinetti attrezzati. Appena c’è uno spazio tra due strade, anche minuscolo, di 10 metri per 10, a Parigi è matematico che si troverà un giardinetto o un parchetto fornito di panchine (integre), alberi, aiuole fiorite (con una rotazione stagionale ben pianificata, che fa sì che ci sia una fioritura praticamente ininterrotta in ogni stagione), spesso tavoli da ping pong, biliardini (!!!), campetto da basket e giochi per bambini, oltre ovviamente alla toilette pubblica. Solo nel raggio di 500m attorno a casa mia (13ème arrondissement) ce ne sono una decina, alcuni costruiti su più livelli pur di ricavare un po’ di spazio in più. Da romana, inizialmente anche io mi facevo beffe di parchi microscopici come quello di Bercy o di Montsouris (li attraversi letteralmente in 20 passi) e ancor più di tutti questi “jardins” ricavati a stento, ma vivendo qui mi sono resa conto che in una città così piccola e così compressa come Parigi sono proprio i micro-spazi verdi a permetterti di respirare, di non sentirti oppresso in quella che altrimenti sarebbe una distesa di cemento, a permettere alle famiglie di far giocare i bambini senza dover fare una “gita” in macchina. In più, questi parchetti sono dei veri e propri centri di aggregazione del quartiere: io e il mio ragazzo abbiamo passato tutti i mesi estivi a leggere o a giocare a racchettoni, a ping pong o biliardino nel Parc de Choisy, a volte sfidando i bambini e gli altri abitanti della zona in qualche partita. Senza spendere un euro, senza prendere mezzi, comodamente e senza il problema della toilette. Questo a Roma non l’ho mai vissuto, vista la rigida divisione della città in parchi veri vs. angoli verdi occupati esclusivamente da giochi per bambini piccoli. La rappresentazione che i RItals danno della città mi sembra riduttiva proprio perché ignora questo aspetto, che ho potuto constatare essere una costante di quasi tutti i quartieri parigini

  2. User Avatar

    Salut Margherita, grazie mille del tuo commento e di aver condiviso la tua esperienza. Eh sì che dire, mi trovi completamente d’accordo, è la stessa cosa che ho vissuto anch’io. Certo le proporzioni a livello di “quantità” non sono paragonabili, Roma è molto più grande di Parigi e una delle città più verdi d’Europa.. ma il singolo abitante non “vola” sopra la città, vive il proprio quartiere nel quotidiano e un singolo Square parigino di 10×10 metri tenuto come Dio comanda è di fatto più “godibile” delle mega ville storiche di Roma (belle eh!) spesso difficili da raggiungere, e ancor più degli spazi verdi di quartiere dove devi stare attento a dove ti siedi.
    Ovviamente e per fortuna ci sono esempi positivi anche a Roma, ma è troppo poco secondo me.
    Il video dei Ritals, che ho usato come spunto per questo argomento che mi sta molto a cuore, penso sia fatto per giocare sulle differenze tra le due città e prendere un po’ in giro quei Francesi un po’ spocchiosi che a volte si incontrano (e a me fa morir dal ridere lo stesso); ma ecco, sarà il tema specifico su cui non mi sento che Roma sia così esemplare, forse in questo caso è meglio per noi non fare paragoni….!! :)))
    Comunque viva Roma e viva Parigi, con tutti i loro difetti ^_^

  3. Carlo Ceremigna
    7 Dicembre 2020
    Rispondi

    Parigina di fatto. Romana per caso.

  4. Danny
    28 Maggio 2020
    Rispondi

    Gli italiani si dividono in due grandi fazioni, in un enorme gruppo di “bianchi” e un enorme gruppo di “neri”, e cioè in chi critica sempre e comunque il proprio paese, e in chi invece lo sostiene sempre e comunque a spada tratta. Questo é uno di quei casi in cui c’è poco da dire, la verità sta tutta in quella che hai scritto (mi permetto il tu): il verde di Parigi é tenuto cento volte meglio del verde di Roma, che, semplicemente, non é proprio tenuto! Parigi non sarà linda e pinta come Vienna, magari, ma Roma é imbarazzante, anche nelle zone più centrali. In ogni caso, complimenti per lo scritto!

  5. User Avatar
    Silvia - La mia Paris
    28 Maggio 2020
    Rispondi

    Ciao Danny, sì condivido il tuo pensiero (sì diamoci del tu!), io amo Roma nonostante tutto, ho pure scritto un articolo su questo, ma essere “ciechi” sugli aspetti negativi non l’aiuterà di certo, e assuefarsi a certe situazioni è triste e deleterio, per la città e per chi la abita. Parigi ha i suoi difetti e le sue imperfezioni, Parigi non è Roma, nel bene e nel male, ma la sintesi, ahimé, della qualità del verde di Roma è proprio come dici tu: non è proprio tenuto! Grazie a te di aver dedicato tempo a leggermi e rispondermi 🙂

  6. 8 Aprile 2020
    Rispondi

    Ecco invece la reale situazione della Parigi di oggi: https://www.youtube.com/watch?v=56b_rmUHUg4

  7. User Avatar

    Ri-ciao Paolo!
    Beh, la situazione “di oggi” si riferisce a un periodo del 2018… in cui c’erano una serie di disordini e proteste di migranti e sans-papiers e forse altro. Mi sembra che si consideri una situazione che non rispecchia la normalità, e che in ogni caso non ha nulla a che vedere con la gestione degli spazi verdi e la pulizia in situazioni “ordinarie” che è invece l’oggetto del mio articolo. È un po’ come dire che a Parigi ormai non c’è più nessuno, che non ci sono più turisti e tutti hanno abbandonato la città, solo perché oggi droni e fotografi ci mostrano strade semi deserte, senza considerare il momento particolare della quarantena. Courage, pensa positivo! Un saluto 😉

  8. 8 Aprile 2020
    Rispondi

    Che a Parigi non si trovi carta per terra mi è nuova. Infatti basta guardare su Google Street View per rendersi conto dell’esatto opposto: https://goo.gl/maps/nm5uQRw9jwe3KLgf6
    Ho preso un esempio con le “piccole cartacce inesistenti” di cui parlavi. Non ho voluto postare le parti disastrose del centro parigino dove non puoi camminare senza inciampare in pattume, in feci umane, in centinaia di immigranti clandestini dormenti per terra, in luoghi dove i graffiti coprono intere facciate di palazzi e dove l’odore di urina pervade.
    Roma e Parigi si equivalgono sia in bellezza che in degrado.

  9. User Avatar

    Ciao Paolo, grazie del tuo commento e del tuo interessamento.
    Nella mia esperienza tuttavia ho visto davvero operatori ecologici che raccoglievano nei parchi le poche cartacce presenti, e passeggiando al centro di Parigi non sono mai inciampata in nessuna carta. Che non significa che non ce ne sia nemmeno una, ma non tanto da inciamparci (almeno in situazioni normali, non parlo di guerriglie di Gilets Jaunes, proteste, manifestazioni o subito dopo assembramenti per eventi o cose simili). Se la situazione è peggiorata negli ultimi 9 mesi (dall’ultima volta che ci sono stata) non lo so, ma perdonami, l’immagine di google maps che hai gentilmente cercato e condiviso non fa che confermare quanto dico: ammetto che c’è qualche cartaccia, ma nulla a che vedere con lo sporco di Roma, e dico purtroppo…!

    Il senso del mio discorso è più che altro questo. Non che Parigi sia linda e pinta al 100%, ma a livello di manutenzione e pulizia degli spazi aperti, in particolare verdi, nonché manutenzione degli elementi di arredo (panchine etc), mi dispiace ma se lo sporco di Parigi è esemplificato da quell’immagine di google… ehh non credo che potrò ricredermi sul fatto che la situazione a Roma è ben più grave di qualche cartaccia parigina.

    Poi, son d’accordo che Parigi ha anche un altro tipo di sporco (vogliamo parlare dei ratti sempre più numerosi, dei senzatetto che dormono sui marciapiedi o dell’odore di urina sotto ai ponti della Senna?) ne sono consapevole, ma in questo articolo stavo parlando in generale della condizione di degrado dovuta a incuria e cattiva gestione e manutenzione degli spazi verdi, in relazione alla loro vivibilità. Magari i marciapiedi di Roma fossero “sporchi” come l’immagine di google maps che hai condiviso! Magari!!! 🙂

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